UIL FPL VENEZIA

NEWS SANITA’

Con la pubblicazione del Decreto Ministeriale del 9 agosto u.s., sono stati pubblicati gli elenchi speciali ad esaurimento presso gli Ordini dei TSRM e PSTRP (tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione), in attuazione di quanto previsto dai commi 537 e 538 dell’articolo 1 della legge di bilancio 2019.

Con l’istituzione degli elenchi speciali viene data garanzia a questi Lavoratori di poter continuare a fare quello che hanno sempre fatto e per cui si sono formati, senza più correre il rischio di essere accusati di esercizio abusivo della loro professione. Il decreto individua i requisiti e i titoli che si devono possedere per essere iscritti in tali Elenchi. In questo modo si realizza un sistema completamente regolamentato in cui soltanto chi è iscritto negli Albi professionali o negli Elenchi speciali ad esaurimento potrà operare.

Di seguito gli elenchi speciali ad esaurimento (clicca qui per scaricare il DM) per lo svolgimento delle attività professionali previste dal profilo della professione sanitaria di

  • Tecnico sanitario di laboratorio biomedico
  • Tecnico audiometrista
  • Tecnico audioprotesista
  • Tecnico ortopedico
  • Dietista
  • Tecnico di neurofisiopatologia
  • Tecnico fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare
  • Igienista dentale
  • Fisioterapista
  • Logopedista
  • Podologo
  • Ortottista e assistente di oftalmologia
  • Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva
  • Tecnico della riabilitazione psichiatrica
  • Terapista occupazionale
  • Educatore professionale
  • Tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro
  • elenco speciale ad esaurimento dei massofisioterapisti.

L’iscrizione negli elenchi dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2019.

 

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“Dopo diversi mesi ed un’estenuante trattativa – dichiarano Michelangelo Librandi, Segretario Generale della UIL FPL e Roberto Bonfili, Coordinatore Medici UIL FPL – stanotte siamo arrivati alla condivisione dell’ultima stesura del rinnovo contrattuale dei medici e dirigenti del SSN, atteso da oltre  10 anni da oltre 130 mila professionisti della nostra sanità”.

Considerati i vincoli, le leggi vigenti sulle relazioni sindacali e le poche risorse a disposizione – proseguono i due sindacalisti – abbiamo firmato un buon contratto, frutto di un lavoro molto duro, discusso punto per punto: rinnovo contrattuale economico del 3,48%, aumento dell’indennità di guardia medica notturna e per le risorse aggiuntive, riformulazione certa delle carriere per tutti i dirigenti, recupero dell’anzianità dei precari e valorizzazione economica delle fasce dirigenziali più giovani.”

Ricordiamo che questo contratto per la prima volta ricomprende anche il personale Sanitario non Medico precedentemente inquadrato nell’SPTA. Il contratto si applica a tutti i dirigenti medici, sanitari, veterinari e delle professioni sanitarie di cui all’art. 7 del CCNQ sulla definizione dei comparti di contrattazione collettiva del 13 luglio 2016 con rapporto di lavoro a tempo indeterminato e a tempo determinato dipendenti da tutte le Aziende ed Enti del comparto indicate all’art. 6 del medesimo CCNQ.

L’intesa e’ stata sottoscritta da tutti i sindacati medici tranne che dalla Cimo, Fesmed e Anpo.

Ecco i punti principali dell’intesa.

1) I medici e dirigenti con più di 5 anni di anzianità avranno la certezza di avere un incarico. Chiarito l’obbligo delle aziende di dare un incarico retribuito a tutti, anche a coloro che hanno lavorato a tempo determinato, con o senza soluzione di continuità.

2) La maggior parte dei medici con più di 5 anni di anzianità riceverà un aumento di 2.000 euro sulla retribuzione di posizione. Oltre all’aumento economico previsto per tutti i dipendenti pubblici, circa 30 mila medici passeranno da 3.600 euro a 5.500 euro di posizione.

3) Aumenta la parte fissa di tutte le posizioni gestionali e professionali, vengono storicizzati i fondi e le posizioni e aumenta la quota pensionabile.

4) I giovani medici neoassunti anche sotto i 5 anni avranno una retribuzione fissa di posizione. Come mai successo prima d’ora, passeranno subito da 0 a 1.500 euro annui.

5) Si stabiliscono quattro step di posizioni fisse per gli incarichi professionali, che salgono da un minimo di 5.500 euro a 6.500 fino a un massimo 11.000 o 12.500 annui.

6) Una clausola di garanzia assicura a tutti una retribuzione di posizione certa in base all’anzianità ed a prescindere dall’incarico. 5000 euro al passaggio dei 5 anni, 6000 al passaggio dei 15 anni e 7000 al passaggio dei 20 anni.

7) L’indennità di guardia notturna sale da 50 a 100 euro per notte, 120 euro per chi lavora in pronto soccorso. Dopo i 62 anni a richiesta si può essere esonerati dalle guardie.

8) Viene istituito un nuovo sistema di relazioni sindacali attraverso l’istituzione di un organismo paritetico, per mettere al centro il benessere dei lavoratori, come sulle questioni di salute e sicurezza, a partire dall’affrontare il tema dell’emergenza aggressioni al personale sanitario.

Clicca per scaricare il CCNL 2019-2021

IPOTESI CCNL AREA SANITA 23-07-2019 FIRMATO

Clicca per scaricare le schede sintetiche

Il CCNL 2016-2018

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Prosegue la vertenza CODICE ROSSO avviata lo scorso maggio per sollecitare la Regione Veneto ad una risoluzioni dei problemi della carenza di organico e risorse in Sanità. Nell’incontro dello scorso 15 luglio, stato sottoscritto protocollo d’Intesa tra le organizzazioni sindacali della Dirigenza e del Comparto e la Regione Veneto che ha accolto tutte le osservazioni di parte sindacale.

Il protocollo d’intesa naturalmente è una dichiarazione d’intenti, ma è fondamentale per l’avvio del tavolo politico per risolvere le problematiche sollevate e proposte al tavolo.

In allegato le slides e il protocollo firmato

scarica le slides

20190715presentazione OOSS Definitiva

scarica il protocollo

Protocollo d’intesa REGIONE – OO.SS.

 

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Ennesimo e brutale episodio di aggressione lo scorso pomeriggio, 16 luglio, presso l’Ospedale dell’Angelo a Mestre. Una infermiera, durante lo svolgimento del proprio lavoro, è stata aggredita e gettata a terra da un paziente psichiatrico che, a causa dell’enorme afflusso di utenza, era stato temporaneamente collocato in un ambulatorio.

L’infermiera, entrata in stanza per controllare la situazione, è stata aggredita e gettata a terra riportando la frattura della rotula con prognosi di circa 2 mesi. Il paziente, che era in attesa di trasferimento presso altra ULSS, è stato poi bloccato dal personale e trasferito presso il reparto di Psichiatria.

“E’ l’ennesimo episodio di aggressione presso il Pronto Soccorso – afferma Francesco Menegazzi Segretario UIL FPL – ormai quasi all’ordine del giorno. Bisogna che Amministrazione e Regione si attivino per mettere i Lavoratori ad operare in sicurezza, non basta una guardia giurata, perché non ha compiti coercitivi, e il delicato lavoro di accoglienza delle Assistenti di Sala per evitare queste situazioni. E’ pur vero che si trattava di un paziente psichiatrico – prosegue Menegazzi – tuttavia le pretese e le richieste dell’utenza, a volte anche pretestuose sono diventate sempre maggiori e non solo presso il Pronto Soccorso. Questo è un episodio limite chiaramente, ma spesso l’aggressione se non è fisica, è verbale e non sono rari insulti e minacce per lo stesso personale. Sono anni che lo segnaliamo, è giunto il momento che si intervenga in modo più deciso e risoluto a tutela del personale. Ricordo che questo episodio si aggiunge ad altri 2 avvenuti a Mestre di qualche tempo fa, quando gli infermieri aggrediti hanno riportato uno una ferita con graffi sul torace, e l’altra la frattura del polso, ed ad un recente episodio avvenuto a Chioggia”.

Va ricordato che al Pronto Soccorso di Mestre accedono circa 90.000 utenti all’anno, con un trend sempre in crescendo negli ultimi anni.

“Siamo preoccupati per il prossimo futuro – conclude Menegazziperché saranno inevitabili ulteriori disagi dovuti ai lavori presso il Pronto Soccorso. Lavori che risultano fondamentali per creare un ambiente più consono ed accogliente per l’utenza. Chiediamo che, specie in questa delicata fase, si dedichi più attenzione anche alla sicurezza dei Lavoratori, che operano presso un Servizio delicato dove vengono centralizzati i casi più complessi. Il personale che opera presso i Pronti Soccorso dell’ULSS 4 è stato dotato di fischietti per allertare chiunque nel caso si verificassero queste situazioni, forse non è la soluzione più brillante, ma è meglio di niente”. 

Ecco cosa è apparso sulla stampa. Clicca per entrare nei link

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Il 29 maggio si è tenuto presso la Prefettura di Venezia, il tentativo di raffreddamento conseguente alla vertenza avviata dopo le Assemblee Unitarie svoltesi in contemporanea lo scorso 3 maggio. Alla vertenza ricordiamo, hanno partecipato TUTTE le Organizzazioni Sindacali del comparto e della Dirigenza esclusa la CISL.

L’incontro si è rivelato proficuo, sono state presentate le richieste dell’Intersindacale relative a:

  • un piano straordinario di assunzioni del personale della Dirigenza Medica, Veterinaria, Dirigenza sanitaria e PTA, del personale sanitario e tecnico del comparto per garantire standard di sicurezza e qualità delle cure ed assistenziali per i cittadini e per il personale;
  • il rispetto delle prerogative di legge e contrattuali in materia di orario di lavoro, di riposo e di ferie;
  • l’applicazione delle normative contrattuali in materia di integrazione di risorse aggiuntive regionali con esigibilità dello 0,8% sul MS 2007, sia per la Dirigenza che per il Comparto;
  • l’annullamento dei provvedimenti deliberativi che consentono di assumere personale medico in pensione;
  • la sottoscrizione di un protocollo d’Intesa sull’utilizzo delle risorse derivanti dai piani di razionalizzazione delle aziende sanitarie 2020-2022;
  • l’impegno di assunzioni extra-turnover per il 2019/2020 in relazione ai cessati in corso d’anno per quota 100;
  • la proroga dei contratti a termine in scadenza nel 2019 con piano di stabilizzazione.

Come Organizzazioni Sindacali visto l’impegno della regione sottoscritto nel verbale in allegato, è stato deciso di sospendere lo stato di agitazione, concordando con la Regione di:

  • avviare un tavolo di confronto regionale entro il 7 giugno;
  • definire un programma di incontri tematici a partire dalle richieste sindacali suesposte;
  • fornire dati e informazioni che fossero necessari al confronto.

Ringraziamo tutti i Lavoratori che con la loro partecipazione alle assemblee hanno sostenuto l’iniziativa CODICE ROSSO.
Siamo convinti che nessun risultato sarebbe stato raggiunto senza un’importante e forte mobilitazione su tutto il territorio, e riteniamo stucchevoli le dichiarazioni della CISL FP, grande e inspiegabile assente a questa iniziativa, che ritiene di essere stata, DA SOLA, l’artefice principale della ripresa del tavolo regionale.

Crediamo sia difficile essere protagonisti da assenti……

 

scarica il volantino scarica l’accordo

Leggi la news di VeneziaToday https://amp.veneziatoday.it/attualita/sanitari-sindacati-regione-prefettura-oggi-29-maggio.html?__twitter_impression=true&fbclid=IwAR0aNvWpuC17Y313ym_zlRqJLc_ySRk5Ad5KAWN9zAx3z3LDS84vpsV8RBA

 

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INTERSINDACALE APRE LA VERTENZA SU ASSUNZIONI, POSTI LETTO E VALORIZZAZIONE PERSONALE

I sindacali della Dirigenza medica e sanitaria e del Comparto descrivono una situazione da codice rosso per la Sanità Pubblica Veneta e, nel denunciare la mancanza di un progetto di rilancio, chiedono impegni concreti per la carenza di personale: “Senza risposte chiare la mobilitazione generale degli operatori della sanità sarà inevitabile”.

“È una situazione da codice rosso. Non c’è un progetto chiaro di rilancio. Serve una svolta radicale per salvare il pilastro del nostro welfare, per invertire la rotta dopo anni di austerità e senza assunzioni, perché la Sanità pubblica è destinata all’estinzione e le promesse non bastano più. La carenza di personale sta determinando il taglio dei servizi e le esternalizzazioni di intere funzioni in molte Ulss del Veneto. Mancano almeno 1.300 medici e 3.000 infermieri, tecnici e oss. L’assenza di una vera programmazione sta determinando carichi di lavoro insostenibili e spesso la rinuncia delle ferie o l’impossibilità di fruire della malattia. Una situazione che si regge ormai solo e soltanto sulla dedizione e sulla professionalità dei lavoratori. La recente approvazione del Piano Socio Sanitario Veneto e la bozza di schede ospedaliere e territoriali in discussione in questi giorni non risolvono in alcun modo le gravi carenze del nostro sistema socio sanitario”.

È quanto denunciano in una nota le organizzazioni sindacali della Dirigenza medica e sanitaria e del Comparto ANAAO ASSOMED – Federazione CIMO-FESMED – AAROI-EMAC – FASSID (AIPAC-AUPI-SIMET-SINAFO-SNR) – FP CGIL Medici e Dirigenti SSN – FVM – UIL FPL Coordinamento nazionale delle aree contrattuali medica, veterinaria sanitaria – ANPO-ASCOTI-FIALS-MEDICI FP CGIL VENETO – UIL VENETO.

Va sottolineata l’incomprensibile assenza della CISL FP alla vertenza.

In particolare i sindacati sottolineano che:

– non vi sia un piano dei fabbisogni di personale che risponda ai bisogni di salute ed alla effettiva capacità di garantire le prestazioni Lea e la continuità assistenziale.
– non si rivede l’offerta socio sanitaria secondo una programmazione specifica ma si tagliano i posti letto e si ridimensiona l’offerta specialistica senza una chiara visione, in particolare nelle strutture periferiche.
– non vi è in alcun modo la costruzione della rete territoriale della presa in carico delle persone e non si attuano politiche concrete per decongestionare aree mediche e pronto soccorso ormai al collasso ed in prima linea a fronteggiare le crescenti richieste della cittadinanza.
– sia un provvedimento raffazzonato la scelta di ovviare alle carenze di personale richiamando in servizio i pensionati che non incideranno mai sulle reali necessità.
– sia sbagliato e incoerente rispetto all’affermazione di voler salvaguardare il “modello veneto” che nelle nuove schede ospedaliere vengano favorite le strutture private a scapito delle pubbliche.
– sia inaccettabile che si risolva il problema delle carenze di personale facendo accorpamenti e spostando i lavoratori tra diverse sedi afferenti alle Ulss senza garanzia di qualità e continuità dell’assistenza.

Da qui le richieste:

  1. Assunzioni subito e l’apertura di un confronto vero sul piano dei fabbisogni di personale per la Dirigenza Medica e Sanitaria ed il Comparto che riduca anche i tempi delle procedure.
  2. La conferma degli attuali posti letto e dell’offerta specialistica per aprire un confronto che salvaguardi la diffusione territoriale della Sanità veneta e che confermi l’attuale risposta di assistenza e cura in assenza di effettiva alternativa.
  3. Impegni concreti all’utilizzo di risorse regionali per valorizzare i professionisti della Sanità in attuazione delle norme contrattuali in materia di coordinamento regionale.Per queste ragioni i sindacati hanno annunciato assemblee unitarie in tutte le ULSS del Veneto il prossimo 3 maggio 2019 sottolineando che “senza risposte chiare e concrete la mobilitazione generale degli operatori della sanità sarà inevitabile”.

Nella nostra provincia le assemblee si terranno solo nel territorio dell’ULSS 3 presso tutte le sedi ospedaliere, ma la vertenza coinvolge anche l’ULSS4 del Veneto Orientale.

 

FP_CODICE ROSSO

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Assemblee ULSS3

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Giovedì 18 aprile, la UIL Veneto è stata ascoltata in audizione in Quinta Commissione Regionale sulle schede ospedaliere.

«Dati alla mano – ha dichiarato il segretario confederale regionale Mario Ragno – risulta una consistente diminuzione dei posti letto totali (circa 400 in meno rispetto alla vecchia programmazione), che penalizza soprattutto le strutture pubbliche. In particolare  è l’area riabilitativa che viene “dirottata” verso le strutture private. La diminuzione dei posti letto nelle strutture intermedie porta inoltre al superamento della lunga degenza ospedaliera, scaricando sulle famiglie i costi dopo i primi 30 giorni. Il PSSR prevedeva una continuità ospedale-territorio, e le medicine di gruppo integrate, non riteniamo che questo sistema oggi sia stato applicato così come era stato progettato».

Pur ravvisando lati positivi, (quali ad esempio l’inserimento all’ interno degli ospedali Hub, dell’apicalità di Neuropsichiatria Infantile con posti letto dedicati, l’aumento dei posti letto nelle apicalità, l’armonizzazione dei posti letto dei presidi riabilitativi), il giudizio finale è che «la riorganizzazione messa in atto dalla Regione Veneto sia insufficiente a garantire la copertura dei bisogni socio-sanitari-assistenziali».

Per la UIL Veneto, «Non può esserci deospedalizzazione senza una efficace rete territoriale pubblica. Il processo di deospedalizzazione, se non è accompagnato da un corrispondente e contestuale rafforzamento dell’assistenza socio sanitaria nel territorio, determina, di fatto, un’impossibilità per i cittadini di beneficiare delle cure».

Nel documento consegnato ai componenti della Commissione, UIL Veneto ricorda che «per elevare tutti gli ospedali agli standard di qualità, la dotazione in linea con la precedente organizzazione non basta, è impensabile in un “sistema” che oggi sta scoppiando, pensare ad una riorganizzazione ad invarianza di spesa. Già ora mancano medici generici e specialisti, infermieri ed OSS, l’età media di questo personale è alta, la pensione a “Quota 100” provocherà falle enormi sulle dotazioni organiche, se non si provvederà con urgenza a bandire concorsi pubblici, il sistema collasserà con conseguenze pericolosissime, quali ad esempio la impossibilità di garantire i Lea».

In conclusione Uil Veneto ha chiesto alla Commissione: l’incremento degli investimenti, partendo da un piano assunzionale che permetta la piena applicazione dei Lea ed il ricambio generazionale; di rivedere e rivalutare le strutture declassificate; di rafforzare e riequilibrare nel territorio i posti letto; il rilancio del servizio pubblico; il potenziamento dei mezzi di soccorso soprattutto nei territori più difficili da raggiungere; il rafforzamento delle strutture territoriali; la garanzia di un servizio pubblico di trasporti adeguato ai bisogni; l’incremento dei medici di Medicina Generale, incentivando la copertura dei territori più disagiati; la copertura per le fasce più deboli della popolazione, delle spese totali e per la fascia media una riduzione significativa della compartecipazione alle spese, per la ex lungodegenza e terapie riabilitative; una totale ed efficace presa in carico nel territorio dei post acuti.

«Spendere in Sanità – ha concluso Ragnovuol dire investire per il futuro della nostra regione e del nostro Paese».

Fonte UIL Veneto.

Scarica il documento.

20190418 UIL Veneto – Audizione Quinta Commissione

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Lo scorso 13 marzo, la Giunta Regionale del Veneto ha approvato le nuove Schede Ospedaliere, dopo una lunga discussione con tutti gli organi interessati. Vengono mantenuti i 68 ospedali, 754 reparti con altrettanti primari, 19.800 posti letto complessivi, dei quali 17.852 per acuti e 1.948 nelle strutture intermedie, come ospedali di comunità, hospice e unità riabilitative territoriali.

In allegato il Comunicato ufficiale della Regione Veneto, il dettaglio analitico delle schede come definite dalla nuova programmazione e qualche articolo di stampa.

COMUNICATO STAMPA REGIONE

Comunicato Giunta Regionale Veneto su schede ospedaliere 2019

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DELIBERAZIONE GIUNTA REGIONALE CR 22

CR22

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SCHEDE SCHEMA SINTETICO

Schede_numeri

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SCHEDE COMPLETE NEL DETTAGLIO

CR22_allegati

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A3

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A2

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A1

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Lo scorso 27 febbraio presso l’Ospedale San Camillo, si è svolto un incontro tra la proprietà del S.Camillo, con la presenza dell’Amministratore Delegato della Fondazione Opera San Camillo Dr. Andrea Pantò e del Direttore Generale dell’IRCSS Dr. Francesco Pietrobon per essere messi a conoscenza dello stato dell’arte delle trattative per la vendita della struttura alle Suore Mantellate di Villa Salus.

Tuttavia l’incontro non ci ha consentito di avere nuove notizie, rispetto alla trattativa in atto con la cordata che fa capo a Villa Salus e alla Congregazione delle Suore Mantellate. Ma la proprietà per la prima volta, si è dimostrata moderatamente soddisfatta, mancano solo dei dettagli su questioni marginali che l’acquirente chiede di tanto in tanto.

“Abbiamo ribadito che la situazione di incertezza che si trascina ormai da anni è una delle cause della fuga di personale soprattutto, ma non solo verso le strutture pubbliche con conseguente scadimento del know-how e qualità delle prestazioni erogate – dice Federica Bonaldo – oltre che dell’immagine dell’Ospedale che, ricordiamo, ha più di 90 anni di storia. Non sono infrequenti infatti – prosegue la sindacalista – le fake news che circolano di immediata chiusura e comunque di ridimensionamento delle attività già da ora”.

“E’ necessario che in attesa di conoscere i tempi della vendita – aggiunge Piero Polovengano effettuate comunque tutte le misure di manutenzione e messa in sicurezza dell’immobile, poiché ci risulta che vi siano diverse situazioni da monitorare”.

La delegazione della UIL FPL era composta dai componenti della Segreteria Territoriale Federica BonaldoPiero Polo e Francesco Menegazzi oltre che dai delegati aziendali Gianluca Vido, Barbara Callegari e Caterina Vianello. Per la UIL TUCS, che rappresenta i Lavoratori della Cooperative degli appalti come le cucine, era presente il Segretario Generale Luigino Boscaro.

In allegato l’articolo di stampa apparso il primo marzo scorso

2019030103108606989.PDF

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Si è svolto lo scorso 18 febbraio l’incontro tra la Dirigenza della Regione Veneto alla presenza del Direttore della Segreteria Sanità e Sociale Dr. Domenico Mantoan e del suo staff, le Organizzazioni Sindacali del comparto e i Direttori di Distretto delle diverse ASL, per analizzare lo stato dell’arte nell’applicazione della DGR n°1075 del 13 luglio 2017 che, com’è noto prevede la “Revisione del modello regionale delle Cure Domiciliari e dà i primi indirizzi organizzativi per le Aziende ULSS”.

All’incontro, molto partecipato, erano presenti per la UIL FPL Veneto il Segretario Generale D’Emanuele Scarparo insieme a Daniele Girardi e Francesco Menegazzi per la Segreteria Regionale, oltre che Roberto Crivellaro, Florio Michielin e Hena Da Silva provenienti dai territori rispettivamente di Venezia, Treviso e Padova.

La DGR definisce alcuni indirizzi organizzativi nell’ambito delle Cure Domiciliari a fronte della riorganizzazione delle Aziende ULSS prevista dalla L.R. n. 19/2016, in particolar modo per quanto riguarda l’avvio dell’appalto per l’attività dei prelievi per gli utenti ADI, la presenza oraria di personale infermieristico per 7 giorni alla settimana con orario articolato dalle 7 alle 21, l’individuazione di un unico numero telefonico di riferimento per tutta l’Azienda per l’ADI, l’integrazione con i MMG e con i Medici di Continuità Assistenziale e la ridefinizione del ruolo della COT.

L’incontro congiunto Regione-ASL-OOSS, serviva per monitorare lo stato dell’arte, ma anche per evitare i consueti rimpalli di responsabilità in merito al perentorio obbligo nell’avviare i processi imposti dalla Regione stessa, senza adeguato personale.

Nel corso della illustrazione delle varie ULSS è emerso da quasi tutti i territori che, per ottemperare all’adeguamento del modello orario 7-21 per 7gg settimana risulta necessaria l’assunzione di unità infermieristiche che sono state stimate in 13 unità per l’ULSS 3 che ha avviato – prima in Regione – l’appalto dei prelievi, mentre l’ULSS 4 ritiene non sia necessaria l’assunzione di ulteriore organico per completare tale processo. Ricordiamo che quest’ultima ULSS è l’unica della Regione a non essere stata coinvolta da processi di accorpamento derivanti dalla LR 19/2016.

Per quanto riguarda gli altri territori abbiamo notato una notevole diversità, ci sono ASL dove non è stato ancora avviato l’appalto per i prelievi, altre dove c’è una gestione mista pubblico-privato, altre ancora dove esistono modelli francamente discutibili, come la reperibilità h24, che riteniamo necessaria solamente se l’attività è estesa anche alle cure palliative.

Abbiamo chiesto se le linee guida previste dalla DGR 1075, come l’orario 7-21 e l’estensione 7 su 7,  sono immodificabili oppure possano essere riviste prima del suo avvio, ma il Dr. Mantoan ci ha risposto che intanto si procederà, non appena le ASL faranno richiesta di personale e verrà adeguato l’organico, e poi se ne verificherà l’efficacia, ma ha affermato la disponibilità della Regione a valutarne modifiche successive.

Attendiamo quindi che le ASL provvedano alla richiesta in Crite del personale necessario per l’avvio del processo (circa 70-80 unità infermieristiche complessivamente), dopodiché faremo il punto della situazione e ve ne daremo conto.

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