Venezia, 15 novembre 2022 – Si è svolto questa mattina il presidio a Campo San Tomà il Presidio regionale organizzato da Cgil, Cisl e Uil per sollecitare la riforma delle Ipab. Presente naturalmente anche una delegazione della Uil Fpl di Venezia

Abbiamo chiesto con forza e per l’ennesima volta che la Regione Veneto proceda alla tanto sbandierata riforma delle Ipab mantenendo la centralità del pubblico, e che si preveda il passaggio al contratto della Sanità Pubblica per eliminare il dumping salariale tra Lavoratori a parità di lavoro e per l’aumento degli standard per la dignità e la salute di chi lavora e per la dignità dell’assistenza alle persone.

Anche nel Veneziano le IPAB vivono enormi difficoltà con problemi di bilancio, come l’IPAV di Mestre-Venezia, la Francescon di Portogruaro, il Mariutto di Mirano e la Casson di Chioggia. Per questo preoccupa la possibilità di una privatizzazione strisciante, che possa scaricare i problemi esistenti sulle spalle dei lavoratori, comprimendo i loro diritti e considerandoli non come una risorsa preziosa per l’assistenza ai nostri anziani, ma un costo da sforbiciare.

Dopo il presidio siamo stati ricevuti dal Direttore dei Servizi sociali della Regione Pierangelo Spano e dal Direttore delle Risorse Umane della Segreteria della Sanità e Sociale Dr. Claudio Costa, mentre l’assessore Manuela Lanzarin si è collegata in videoconferenza da Roma, dove stava partecipando ad un incontro assieme agli assessori regionali per affrontare proprio questa questione. Gli interlocutori ci hanno nuovamente rinnovato l’intenzione di provvedere alla riforma delle Ipab, unico strumento per poter finalmente trasformare le Rsa pubbliche in centri servizi.

Come sindacato, abbiamo riproposto con forza il tema della carenza delle risorse e della fuga del personale, sia infermieri ma ora anche gli OSS, che dalle Ipab e dalle Rsa migrano verso la sanità pubblica ed abbiamo evidenziato come le stesse strutture oramai, considerato il tipo di utenza, abbiano la necessita, per questo, di attivare un percorso giuridico che possa riconoscere l’applicazione del contratto della Sanità pubblica anche ai succitati lavoratori. Abbiamo infine chiesto a gran voce di essere coinvolti, come sindacato, nel processo di trasformazione a partire dalla revisione, già in atto, degli standard dell’assistenza, attualmente superati dalle condizioni reali degli anziani ospiti, oramai annoverabili tra i pazienti dei reparti di geriatria o lungodegenza.

 

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