UIL FPL VENEZIA

Novembre 2018

NO PILLON! TUTTA L’ITALIA IN PIAZZA SABATO 10 NOVEMBRE
NO alla mediazione obbligatoria e a pagamento
NO all’imposizione di tempi paritari e alla doppia domiciliazione/residenza dei minori
NO al mantenimento diretto
NO al piano genitoriale
NO all’introduzione del concetto di alienazione parentale
Sono questi i 5 NO che verranno ribaditi nelle piazze il 10 novembre in una mobilitazione che coinvolge il movimento delle donne, l’associazionismo democratico, tante realtà della società civile, uomini e donne che da subito si sono espressi contro il Disegno di legge Pillon su separazione e affido, con oltre 95.000 sottoscrizioni alla petizione che ne chiede il ritiro lanciata su Change.org da D.i.Re, Donne in rete contro la violenza.
Se verranno approvati il Disegno di legge Pillon e gli altri 3 disegni di legge sulla stessa materia attualmente in discussione al Senato, separazione e affido rischiano di diventare un campo di battaglia permanente. Di fatto si vieta il divorzio a chi è meno ricco perché le le separazioni saranno fortemente disincentivate dagli alti costi imposti dalla mediazione obbligatoria e a pagamento. I figli e le figlie diventeranno ostaggi di un costante negoziato sotto tutela per far funzionare il mantenimento diretto a piè di lista e il piano genitoriale con doppio domicilio.
Le donne, la parte in genere economicamente più debole delle coppie perché su di esse grava il lavoro di cura e perché hanno mediamente stipendi più bassi anche a parità di lavoro, rischiano di restare stritolate in un percorso pensato soprattutto per imporre e arricchire una nuova figura professionale, quella del mediatore familiare, anche disconoscendo la pervasiva violenza maschile che è causa di tante separazioni.
NoPillon
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E’ stata fissata nei giorni 28 novembre e 12 dicembre la data delle prossime udienze per discutere in merito al corretto riconoscimento dell’Indennità di Vacanza Contrattuale per la causa promossa dalla UIL FPL Venezia contro Italcliniche che gestisce le Residenze Anni Azzurri di Favaro Veneto e Quarto d’Altino, per i dipendenti da noi rappresentati attraverso lo studio Fiamingo. Il Giudice incaricato è la Dr.ssa Coppetta Calzavara.

“Aspettiamo con molto interesse l’esito del ricorso che abbiamo promosso – afferma Piero Polo che ha seguito la vicenda – ci auguriamo che venga ribadito quanto già sentenziato in passato con la collega MDR, alla quale sono già state riconosciuti 700€, ovvero una cifra sostanzialmente diversa da quella definita dall’assurdo accordo al ribasso, siglato dalla CGIL che prevedeva un incremento di soli 80€”.

Ricordiamo che sono circa 30 i ricorsi presentati e patrocinati dalla UIL che andranno discussi singolarmente nei prossimi mesi.

Vi terremo informati sugli sviluppi ulteriori.

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Ancora oggi, nell’Unione Europea, le donne guadagnano in media il 16,2 % in meno rispetto agli uomini. La Giornata europea per la parità retributiva è stata fissata in data 3 novembre, giorno dell’anno che rappresenterebbe simbolicamente il momento in cui le donne smettono di essere pagate, a parità di salario e di ore di lavoro, rispetto ai colleghi uomini.

Questo tipo di discriminazione incide sulla vita delle donne e sul livello di povertà, alimentando una situazione di precarietà costante che diviene ancora più evidente al momento della pensionamento, a seguito del quale la forbice della disparità arriva in Europa al 36%. Sono d’accordo con i commissari Thyssen e Jourová sulla necessità di accrescere consapevolezza rispetto a questo tipo di discriminazione e di promuovere un maggiore impegno a lavorare sul tema da parte delle istituzioni europee.

Giornata per la parità retributiva: dichiarazione del primo Vicepresidente Frans Timmermans e delle Commissarie Marianne Thyssen e Věra Jourová

Bruxelles, 26 ottobre 2018

Ad oggi nell’Unione europea le donne continuano a guadagnare in media il 16,2 % in meno degli uomini. Il 3 novembre prossimo – Giornata europea per la parità retributiva – rappresenta simbolicamente il momento in cui le donne smettono di essere pagate rispetto ai loro colleghi uomini, quando manca il 16% alla fine dell’anno lavorativo.

In vista di questa giornata, il primo Vicepresidente Frans Timmermans e le Commissarie Marianne Thyssen e Věra Jourová hanno dichiarato:

“Donne e uomini sono uguali: questo è uno dei valori fondanti dell’UE, anche se, di fatto, per due mesi all’anno le donne ancora lavorano gratis rispetto ai colleghi uomini. È una situazione che non possiamo più accettare.

In Europa le donne guadagnano il 16,2 % in meno degli uomini: un divario retributivo iniquo non solo come principio in sé, ma anche all’atto pratico, poiché pone le donne in situazione di precarietà nel corso della loro carriera professionale e ancor di più dopo il pensionamento, quando le differenze rispetto alle pensioni degli uomini diventano del 36,6 %.

Anche se non c’è una soluzione immediata per correggere tale disparità, realizzare un cambiamento concreto è in qualche modo possibile. Per affrontare il problema delle disparità nel mondo del lavoro e a casa, la Commissione ha presentato numerose proposte. È ora urgente che il Parlamento europeo e il Consiglio le portino avanti per ottenere risultati concreti, ad esempio migliorando il diritto, per i genitori che lavorano e per chi presta assistenza ai familiari svolgendo, in parallelo, un’attività lavorativa, di usufruire di un congedo per aiutare la propria famiglia.

I nuovi dati pubblicati oggi sottolineano quanto sia importante adottare urgentemente le norme sull’equilibrio tra attività professionale e vita familiare proposte dalla Commissione europea. L’anno scorso un cittadino europeo su tre non è riuscito ad usufruire di alcun congedo per motivi di famiglia e solo quattro uomini su dieci hanno preso un congedo parentale (o hanno manifestato l’intenzione di prenderlo): questo non è né giusto né sostenibile.”

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