L´emendamento che prevede per le lavoratrici di lavorare fino al parto rappresenta un passo indietro sostanziale rispetto alla tutela dei diritti delle donne e per questo va immediatamente modificato. L´obbligo di astensione dal lavoro prima del parto rappresenta un presidio importante per la tutela della salute della neo madre e del nascituro che in questo nuovo quadro normativo viene fortemente compromessa. Come sempre, a subire le conseguenze più dure di questi cambiamenti saranno le lavoratrici più deboli, perché meno tutelate e spesso in condizioni lavorative precarie. Parimenti, la UIL da tempo sta sollecitando una radicale riforma del congedo di paternità, cinque giorni sono pochi. E’ necessario che il nostro paese si uniformi agli orientamenti europei, il congedo va esteso almeno a dieci giorni obbligatori e retribuiti.

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