Ancora oggi, nell’Unione Europea, le donne guadagnano in media il 16,2 % in meno rispetto agli uomini. La Giornata europea per la parità retributiva è stata fissata in data 3 novembre, giorno dell’anno che rappresenterebbe simbolicamente il momento in cui le donne smettono di essere pagate, a parità di salario e di ore di lavoro, rispetto ai colleghi uomini.

Questo tipo di discriminazione incide sulla vita delle donne e sul livello di povertà, alimentando una situazione di precarietà costante che diviene ancora più evidente al momento della pensionamento, a seguito del quale la forbice della disparità arriva in Europa al 36%. Sono d’accordo con i commissari Thyssen e Jourová sulla necessità di accrescere consapevolezza rispetto a questo tipo di discriminazione e di promuovere un maggiore impegno a lavorare sul tema da parte delle istituzioni europee.

Giornata per la parità retributiva: dichiarazione del primo Vicepresidente Frans Timmermans e delle Commissarie Marianne Thyssen e Věra Jourová

Bruxelles, 26 ottobre 2018

Ad oggi nell’Unione europea le donne continuano a guadagnare in media il 16,2 % in meno degli uomini. Il 3 novembre prossimo – Giornata europea per la parità retributiva – rappresenta simbolicamente il momento in cui le donne smettono di essere pagate rispetto ai loro colleghi uomini, quando manca il 16% alla fine dell’anno lavorativo.

In vista di questa giornata, il primo Vicepresidente Frans Timmermans e le Commissarie Marianne Thyssen e Věra Jourová hanno dichiarato:

“Donne e uomini sono uguali: questo è uno dei valori fondanti dell’UE, anche se, di fatto, per due mesi all’anno le donne ancora lavorano gratis rispetto ai colleghi uomini. È una situazione che non possiamo più accettare.

In Europa le donne guadagnano il 16,2 % in meno degli uomini: un divario retributivo iniquo non solo come principio in sé, ma anche all’atto pratico, poiché pone le donne in situazione di precarietà nel corso della loro carriera professionale e ancor di più dopo il pensionamento, quando le differenze rispetto alle pensioni degli uomini diventano del 36,6 %.

Anche se non c’è una soluzione immediata per correggere tale disparità, realizzare un cambiamento concreto è in qualche modo possibile. Per affrontare il problema delle disparità nel mondo del lavoro e a casa, la Commissione ha presentato numerose proposte. È ora urgente che il Parlamento europeo e il Consiglio le portino avanti per ottenere risultati concreti, ad esempio migliorando il diritto, per i genitori che lavorano e per chi presta assistenza ai familiari svolgendo, in parallelo, un’attività lavorativa, di usufruire di un congedo per aiutare la propria famiglia.

I nuovi dati pubblicati oggi sottolineano quanto sia importante adottare urgentemente le norme sull’equilibrio tra attività professionale e vita familiare proposte dalla Commissione europea. L’anno scorso un cittadino europeo su tre non è riuscito ad usufruire di alcun congedo per motivi di famiglia e solo quattro uomini su dieci hanno preso un congedo parentale (o hanno manifestato l’intenzione di prenderlo): questo non è né giusto né sostenibile.”

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